Presentazione di “ALLA RICERCA DI DANTE” / “LOOKING FOR DANTE”

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Se vi chiedessero di scrivere un testo nuovo su Dante, magari in fretta, per una vecchia gloria del teatro, perché c’è uno spettacolo da mettere in scena dopo poco, pochissimo tempo per celebrare una ricorrenza importante?

È quello che succede a Francesca, scrittrice fuori schema, colta e sensibile. Lusingata lei accetta l’incarico, ma è smarrita, perché su Dante è già stato scritto di tutto: eserciti di dantisti, l’un contro l’altro armati, hanno esaminato, studiato ed eseguito autopsie dantesche da almeno sette secoli. Si chiede se ci sia ancora spazio per un po’ di mistero, se ci sia ancora un punto di vista inesplorato.

Ed ecco l’idea: scoprire Dante uomo, osservarlo nel suo momento più fragile: immaginarne i pensieri nella sua ultima sera, in quel tardo pomeriggio di metà settembre del 1321.

I ricordi si affastellano nella mente del Poeta, inframmezzando delirio e memorie nelle ore consumate dalla febbre.

Dante è al timone della sua barca, su un mare interiore che lo mette alla prova con acque agitate, e rivive alcuni dei momenti che segnarono la sua vita di uomo politico, cittadino della repubblica fiorentina, esule, poeta.

In quell’ora, in cui il tempo, sospeso, si dilata e si sfilaccia, ricordi di amici e nemici insieme vengono a fargli visita, memorie si affollano nella mente del Poeta, incontrollate… Come fa l’onda là sovra Cariddi, che si frange con quella in cui s’intoppa (Inf. VII 22-23), Dante sulla sua barca naviga verso l’ultimo approdo, il più arduo, il più dolce.

Tiene forte il timone guardando innanzi a sé la tempesta, come ciurma ha l’intera umanità, catalogata, incasellata, condannata, penitente, beata: capitano, e anche capocomico, la Compagnia della Commedia….

Tutti sono ormai alle spalle, si diradano gli Addii. Dante è solo. Il suo sguardo, sempre così severo, si schiude finalmente al sorriso illuminato da quella Luce che si affaccia sul mistero.

Francesca Varisco


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