Green Planet

Green Planet, azione musicale e coreografica per soprano, coro, contrabbasso, orchestra e due danzatori.
Musica di Federico Bonetti Amendola.
Coreografia di Fabio Vannozzi.
Commissione del Festival dei Due Mondi ’91 Spoleto / Agenzia Spaziale Italiana.

Green Planet  è uno spettacolo basato sulla musica composta da Federico Bonetti Amendola ed eseguita da un ensemble musicale formato dai solisti dell’Ensemble Donizetti di Grosseto. I testi dello spettacolo sono di Alessandro Amendola  e Francesco Pullia, le coreografie sono affidate a Fabio Vannozzi e Gabriela Entebi.

La tematica di questo concerto è tutta nel suo nome: il Pianeta Verde, la Terra considerata come un insieme dinamico dei quattro elementi primari (Acqua, Terra, Aria Fuoco) in costante divenire, visto dialetticamente in un confronto con il progresso scientifico dell’umanità. E l’umanità stessa diventa il simbolo di questa trans/evoluzione che modifica la vita pulsante del Pianeta, parcellizzata nel suo fluire cosmico, è considerata nel suo grande dispiegarsi verso un domani tecnologico, denso di prospettive eccitanti ed inquietanti ad un tempo.

È una visione musicale che vuole partecipare di elementi ancestrali (la natura come ricordo di sé stessa) e insieme futuribili (la storia che verrà creata dall’homo artifex), e fondersi in una sintesi attuale che partecipi del clima drammatico proprio dell’epoca attuale. Un periodo storico – per dirla con il neopositivismo di un Asimov – esprime in egual misura un fascio di luce e un cono d’ombra in ogni progresso scientifico: raccordare insieme queste due istanze, unificarle in una corrente di nuovo umanesimo è il compito dell’artista di oggi, alla fine del XX secolo: che sia musicista, scrittore, pittore o registra, in primo luogo è un timoniere all’inizio di una rotta tanto sconosciuta quanto affascinante.

Green Planet si è posto su queste coordinate, oltre le Colonne d’Ercole di un’arte – e di una musica – fine a sé stesse e create per rimanere convenzionalmente interne al solo concetto estetico di Forma.

Enzo Giannelli

Spoleto, luglio 1991